La storia della Roubaix
Non c’è altra bicicletta che è stata così dominante nella Parigi-Roubaix della nostra Roubaix. Con sette vittorie compresa il 2019, la Roubaix ha usato il pavé dell’Inferno del Nord come perfetto banco di prova per il suo estratto di tecnologie rivoluzionarie che anno dopo anno hanno dimostrato che maggiore comfort è effettivamente uguale a prestazioni migliori. Ecco la sua storia.
La storia della Roubaix
Non c’è altra bicicletta che è stata così dominante nella Parigi-Roubaix della nostra Roubaix. Con sette vittorie compresa il 2019, la Roubaix ha usato il pavé dell’Inferno del Nord come perfetto banco di prova per il suo estratto di tecnologie rivoluzionarie che anno dopo anno hanno dimostrato che maggiore comfort è effettivamente uguale a prestazioni migliori. Ecco la sua storia.
“Verso la fine degli anni ’90 l’unica scelta era una bici da corsa molto rigida, dalla geometria molto aggressive e con foderi batticatena molto corti. Non andava bene perché non si potevano montare pneumatici un po’ più larghi. Era dura, non era la bici giusta per passare molte ore in sella. Così abbiamo progettato la Roubaix.”
— Rodney Hines, Inventore della prima Roubaix
La collaborazione con Tom Boonen ed il Team Quick-Step nel 2007 è stata la spinta per sviluppare la Roubaix SL2. Rappresentava un miglioramento nella rigidità torsionale e complessiva del carro posteriore, creando una bicicletta agile e molto maneggevole, pur fornendo un ottima assorbimento vibrazioni. Con questo telaio, Tom ha conquistato due vittorie consecutive nel 2008 e 2009.
Per il design della Roubaix SL3 abbiamo usato quanto avevamo imparato dallo sviluppo della Tarmac SL3. Abbiamo dato al nuovo telaio superleggero la geometria della Roubaix, abbiamo aggiunto gli inserti visco-elastici Zertz ed un passaggio interno dei cavi. Nel debutto di questa bici sui campi da gara, Fabian Cancellara ha vinto la Parigi-Roubaix in un modo che sembrava quasi senza alcun sforzo, tanto che la stampa avanzasse il dubbio che avesse un motore nascosto nel telaio.
La Roubaix SL4 è stata l’ultima versione improntata all’ossessione del rapporto rigidità/peso. La forcella ed il tubo sterzo erano conici per trovare il giusto mix di rigidità torsionale e di assorbimento vibrazioni nel piano verticale. Ogni tubazione e ogni layup del carbonio erano stati creati appositamente per una specifica misura di telaio ed è stato introdotto il reggisella CG-R. Tom Boonen e Niki Terpstra hanno entrambi vinto la Parigi-Roubaix con questo telaio, rispettivamente nel 2012 e nel 2014.
Il rivoluzionamento più radicale del concetto “Comfort e Prestazioni” si è verificato nel 2017 con l’introduzione del dispositivo Future Shock. Una Roubaix più leggera, con costruzione Rider-First Engineered ™ e una sospensione di 20mm che rappresentava nuove frontiere di quanto potesse essere confortevole una bici per agonismo su strada. Dopo un posto sul secondo gradino del podio con Zdeněk Štybar’ nel 2017, Peter Sagan l’ha portata alla sesta vittoria della Parigi-Roubaix nel 2018.
Dopo quindici anni dalla sua introduzione e sette vittorie della Parigi-Roubaix, il nostro concetto di “Comfort e Prestazioni” è diventato un’ossessione, alla ricerca della bici più veloce sul pavé. Nel 2019 la nuova Roubaix è il nuovo standard che abbina aerodinamica, leggerezza e assorbimento vibrazioni. Quell’anno, non solo Philippe Gilbert vinse la gara con la nuova Roubaix, ma dei primi dieci corridori, ben sette utilizzavano la stessa bici.
La nuova Roubaix
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